Storia del profumo
Approfondimenti

Storia del profumo: da Afrodite ai giorni nostri

La leggenda narra che la dea Afrodite prima di sedurre le sue numerose conquiste preparava il suo corpo con degli olii profumati. Un rituale di bellezza e seduzione che ne aumentava il fascino.

Come lei, sin dall’antichità, molte donne hanno usato il profumo come strumento di belletto per il corpo e per il capelli. Una leggenda, quella di Afrodite, che sottolinea quanto sia antica la storia del profumo, che si dipana attraverso i secoli attraverso gli usi e i costumi della società.

Si potrebbe quasi affermare che attraverso la storia del profumo si possa narrare la storia del mondo, dove le fragranze incrociano il destino di tanti personaggi che hanno fatto epoca. Ed è proprio quello che faremo in questo lungo articolo, affrontando secolo dopo secolo l’evoluzione del profumo in tutte le sue forme.

DALL’ANTICO EGITTO ALLA MAGNA GRECIA

Tracce di profumo si trovano già ai tempi dell’Antico Egitto, quando le essenze erano impiegate a uso sacro e a uso profano. Gli olii essenziali venivano bruciati per mettersi in comunicazione con i defunti, mentre le giovani donne dell’epoca le utilizzavano per preparare il corpo a rituali di seduzione.

Uso di profumi nell'Antico Egitto

La stessa Cleopatra non fu immune al fascino del profumo. Le sue pettinature e il suo trucco, che conosciamo attraverso i geroglifici, ce l’hanno sempre presentata come una donna molto attenta al suo aspetto. Secondo alcune fonti storiche per esempio Cleopatra amava creare un’atmosfera rilassante, distribuendo nelle proprie stanze petali di rosa per sedurre Marco Antonio.

Profumi nell'Antico Egitto
Dipinto di John Weguelin

Se in Egitto l’impiego del profumo era quasi spirituale, fu durante l’epoca della Magna Grecia che iniziarono a sorgere le prime vere e proprie produzioni di profumo, non a caso sull’isola di Cipro, tanto cara ad Afrodite.

In questo luogo lontano nascono le prime boccette di profumo così come le conosciamo oggi. A Cipro nasce anche il culto di applicare il profumo direttamente sulla pelle, ancor prima che diventasse un gesto glamour grazie alle famose gocce di Chanel n. 5 che Marilyn Monroe applicava prima di andare a dormire.

Le ampolle, dalla classica forma arrotondata e più stretta nella parte superiore, erano pensate per contenere le fragranze e collezionarle, proprio come facciamo oggi, trasformando le pregiate bottiglie di profumo in oggetti di decoro.

Bottiglie antiche di profumo
A sinistra una bottiglia di profumo in vetro risalente al primo o secondo secolo a.C., a destra un'ampolla di origine Viennese realizzata intorno al 1730 in ceramica e oro

DALLA GRECIA ALL’ANTICA ROMA

Durante l’Impero Romano invece il profumo si evolve. È proprio in questo periodo che nasce la parola profumo, dal latino “per fumum” che significa letteralmente attraverso il fumo.

Le grandi occasioni di convivialità, amate tra i Romani, fecero nascere l’esigenza di creare l’atmosfera giusta per mettere a proprio agio gli ospiti. Gli schiavi si occupavano quindi di mescolare gli oli profumati con acqua, per ricreare l’atmosfera distensiva tanto cara ai Romani quando si dedicavano a momenti di festa e celebrativi. Poi le deponevano in alcune ciotole disposte ai lati dell’ambiente dove veniva allestito il momento conviviale, e utilizzavano le colombe per diffondere il profumo attraverso il loro battito d’ali.

I PROFUMI NEL MEDIOEVO: TRA EPIDEMIE DI PESTE E RELIGIONE

Il Medioevo fu, invece, un periodo nero anche per i profumi. Durante i secoli più bui della storia il mondo avanza a suon di guerre, epidemie e carestie portando in secondo piano ogni altra cosa. I profumi trovano una collocazione differente.

Le essenze profumate vengono messe a servizio della chiesa. Durante le grandi epidemie di peste il profumo fu adoperato per coprire i cattivi odori. Le essenze e gli oli essenziali venivano messi all’interno di un’ampolla chiamata pomander, realizzata in metallo, che veniva applicata al collo per diffondere la fragranza ad ogni movimento, per coprire i cattivi odori o gli effluvi dei cadaveri durante le carestie.

Uso del profumo con pomander durante il Medioevo
Ritratto anonimo di una nobildonna francese mentre indossa un pomander

IL RINASCIMENTO, UN NUOVO INIZIO

Tra il Seicento e il Settecento inizia l’epoca d’oro dei profumi, sintomo di un mondo che inizia a cambiare. Entriamo in un momento di grande fermento storico, con l’ascesa delle grandi monarchie Europee alla scoperta di nuove rotte mercantili, tra cui le Indie e la Cina.

Grazie ai conseguenti scambi commerciali, per la prima volta alla classe tradizionalmente nobile si affianca la ricca borghesia. Le dame e le nobildonne del tempo ritrovano il piacere del belletto, tra cura di sé e arte della seduzione. Possiamo parlare di una vera rivoluzione olfattiva, che parte dell’evoluzione dei Maestri Profumieri. In epoca rinascimentale infatti il profumo viene sintetizzato quasi come avviene oggi, le fragranze diventano più raffinate e più diffuse.

Caterina de’ Medici fu la prima a lanciare la moda del profumo come strumento di bellezza, grazie ad una fragranza che si faceva preparare dai monaci domenicani di Santa Maria Novella a Firenze.

CATERINA DE’ MEDICI E L’INIZIO DI UNA STORIA D’AMORE TRA IL PROFUMO E LA FRANCIA

C’è un motivo per cui la patria del profumo è proprio la Francia, dove sono nate le Maison più prestigiose, e fu proprio grazie a Caterina de’ Medici.

La storia narra che la giovane discendente di Lorenzo de’ Medici si trasferì in Francia per sposare il futuro erede al trono Enrico II. Non tutti sanno però che era talmente appassionata di profumi da convincersi a portare con sé in Francia il suo profumiere di fiducia, Renato Lo Bianco.

Giovanna III di Navarra acquista guanti avvelenati dal profumiere di Caterina de' Medici, Renato Lo Bianco
Renato Lo Bianco, già profumiere di Caterina de' Medici, ritratto nel 1852 da Pierre-Charles Comte intento a vendere dei guanti avvelenati a Giovanna III di Navarra

Lo Bianco fu un personaggio controverso, sin dal suo arrivo in Francia quando assunse il nome di René Le Florentin. Il profumiere personale di Caterina de’ Medici era anche un abile alchimista, infatti è stato sempre sospettato che alla produzione di profumi affiancasse quella meno nobile di veleni.

Fu proprio questo legame particolare con la sovrana che gli garantì il successo in Francia, dove inaugurò anche una bottega di profumi in Pont Saint Michel, frequentata dalle nobildonne dell’epoca.

Contemporaneamente, in quegli anni, mentre i profumi diventano un vezzo delle classi più agiate, alla fine del Seicento circa, in Piemonte inizia una nuova storia legata al profumo, che pure ci porterà in Francia.

A Val Vigezzo in Piemonte, il giovane barbiere e venditore ambulante Giovanni Paolo Feminis mise a punto un infuso a base di limone, cedro, bergamotto e fiori d’arancio che faceva macerare con l’acquavite.

Feminis proponeva il preparato ai suoi clienti come rimedio per curare alcuni stati infiammatori, come il mal di denti o il mal di stomaco. La commercializzazione di questo preparato crebbe quando Feminis si trasferì a Colonia in cerca di fortuna, e fu grazie a Giovanni Maria Farina, lontano pronipote di Feminis, che si deve l’invenzione dell’Aqua Mirabilis, ossia quella che conosciamo oggi come Eau de Cologne, o acqua di colonia.

Farina, mosso da uno spirito imprenditoriale innovativo, ingentilì la formula originaria dell’acqua di colonia con note di bergamotto, e iniziò a commercializzarlo come essenza.

LA GUERRA DI PRUSSIA E LA FISSA DI NAPOLEONE

Come in tutte le storie, il successo di un prodotto deriva anche da un colpo di fortuna. Per l’acqua di colonia fu la guerra di Prussia.

Guerra di Prussia e battaglia di Valmy
Prima grande vittoria della Francia durante la guerra di Prussia in un dipinto del 1826 di Horace Vernet

I soldati che passavano per la città per recarsi al fronte iniziarono a comprarla e a portarla in patria al loro rientro. Fu proprio grazie ai soldati francesi, di ritorno dalla guerra, che l’Aqua Mirabilis arrivò in Francia, dove nasce il mito dell’Eau de Cologne.

Il successo di questo preparato si accrebbe grazie alla formula messa a punto da Farina che aveva ingentilito le note di bergamotto, rendendo la fragranza piacevole e decisamente meno intensa rispetto agli estratti di profumo tanto di moda in quel momento.

Quando il prodotto arrivò a Parigi, infatti, furono tanti gli estimatori dell’acqua di colonia. Da Goethe a Napoleone, che ne sembrava così ossessionato da consumare flaconi interi.

L’EREDITÀ DI FARINA LA DIFFUSIONE DELL’ACQUA DI COLONIA IN FRANCIA

Agli inizi del 1800 la Francia è già la patria dei profumi, quindi sembra quasi naturale che anche l’acqua di colonia trovi qui la sua collocazione, ma raggiunge ben presto anche le coste di un altro famoso impero.

Il protagonista è un erede della dinastia dei Farina, che di generazione in generazione si tramandano la formula dell’Acqua Mirabilis ideata tanto tempo prima in Piemonte.

Parliamo di Jean-Marie Farine che nel 1806 fonda a Parigi il proprio marchio di profumi, così tanto apprezzato da affascinare la regina Vittoria d’Inghilterra, che lo invitò a unirsi alla sua corte.

Eau de cologne - Farina 4711

DAI DANDY ALLE DAME DI CORTE, IL PROFUMO OGGI

Sono in molti ad associare l’Eau de Cologne agli uomini, ancor più se dandy, cultori dell’eleganza per eccellenza. Mentre l’Eau de Parfum era visto già come un simbolo di sensualità, l’acqua di colonia acquistò popolarità grazie alla sua leggera profumazione, e per questo veniva sfoggiata durante gli eventi più mondani o nei periodi più caldi dell’anno.

Tra fine Ottocento e inizio del Novecento, i profumi sono entrati nell’immaginario collettivo come un oggetto di lusso e soggetto alle mode. Sono gli anni in cui si consolida la profumeria artistica, gli anni di Coty, Guerlain, Roger&Gallet, solo per citare qualche marchio.

Sono anni in cui le Maison di profumi passano dal lavoro artigianale a quello più industriale, per star dietro alla sempre più crescente domanda da parte del pubblico, ma anche alla scarsità di materie prime naturali che porta i profumieri a giocare di accordi e di creatività.

Negli anni il profumo si è adattato ai cambiamenti della società. Oggi conosciamo le note profumate, le famiglie olfattive e abbiamo a disposizione quasi una varietà infinita di possibilità, ma il rito di indossare il profumo, come faceva Afrodite, non è cambiato. Scegliamo un determinato tipo di profumo per affermare noi stessi e per creare un nostro stile, unico e inconfondibile.

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Su Officina delle Essenze

Officina delle Essenze è profumi per l'ambiente e la persona. Un’azienda a conduzione familiare in cui vige ancora la regola di “quel saper fare” tutto italiano che ha reso grande il Made in Italy nel mondo, sinonimo di artigianalità e di lusso. Un viaggio che continua sul blog, voce con la quale il brand accompagna gli appassionati della profumeria di nicchia alla scoperta di percorsi olfattivi sempre nuovi, approfondimenti sul tema e consigli sugli acquisti.

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