La velocità del lusso ai tempi del Coronavirus
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La velocità del lusso

Mai come oggi la profumeria artistica è influenzata dalle modalità del fast fashion. Un mondo nel quale la cosa più importante per chi vende è avere sempre un nuovo profumo da proporre. Da poter pubblicizzare, porgere e vendere, fino a quando, esaurita la spinta naturale della novità, si è di nuovo alla ricerca di qualcosa di “più nuovo” con cui stupire il pubblico.

Ne parla Giorgio Armani nella sua lettera aperta pubblicata su WWD Women’s Wear Daily ad aprile 2020, in piena emergenza Coronavirus:

Il declino del sistema moda è iniziato quando il settore del lusso ha adottato le modalità operative del fast fashion, nella speranza di vendere di più, dimenticando così che il lusso vero richiede tempo, sia per essere creato che per essere compreso. Il lusso non può e non deve essere veloce. Non ha senso che una mia giacca, o un mio tailleur vivano in negozio per tre settimane, diventino immediatamente obsoleti, e vengano sostituiti da merce nuova, che non è poi troppo diversa da quella che l’ha preceduta. Io non lavoro così, trovo sia immorale farlo. Ho sempre creduto in una idea di eleganza senza tempo, nella realizzazione di capi d’abbigliamento che suggeriscano un unico modo di acquistarli: che durino nel tempo”.

Una produzione ingiustificata e quasi sempre mai originale, proprio come accennato da Armani. Mai frutto di un processo creativo meditato e completo. Un ciclo continuo che non da modo di veder affermare le proprie creazioni. Che non da modo al consumatore di affezionarsi ad un prodotto, di scoprirlo con il tempo necessario, ma che continuamente lo distrae con la ricerca dell’ennesimo “best seller” da avere a tutti i costi, e che spesso tanto “nuovo” non è, perché “copiato” da un precedente “più venduto”, e così via.

In molti abbiamo pensato come le parole di Armani calzassero perfettamente anche per il nostro settore, quello della profumeria di nicchia. E nel dirlo non c’è cosa che più mi faccia soffrire del vedere stupende fragranze del passato, e anche del presente, immediatamente abbandonate e sostituite da nuove proposte, solo per cercare quella facilità e velocità nella vendita che può arrivare solo da prodotti sempre più simili tra di loro.

Quando oltre trent’anni fa ho iniziato a muovere i primi passi nelle profumerie di famiglia era forse questa la visione che avevo? Ma soprattutto oggi, da imprenditore quale sono, mi chiedo: era questa la crescita futura che immaginavo per questo mercato? Certamente no.

Maurizio Lembo
Maurizio Lembo

Si legge e si ascolta spesso in questi giorni come la crisi mondiale causata dal Coronavirus, inimmaginabile fino a un mese fa, ci stia dando la possibilità di cambiare la nostra visione di futuro. Io credo che se vogliamo cambiare veramente le cose, nella futura ripartenza, si dovrà davvero “tornare a fare tutto come prima”. Proprio come suggerito da Giorgio Armani.

Abbiamo l’opportunità di rimettere il nostro canale sui binari di un tempo, quelli della qualità e della creatività. Quelli dell’originalità che non deve rispondere ai ritmi frenetici delle logiche di mercato. Abbiamo l’opportunità di collaborare insieme per costruire un mercato più sostenibile e sano, dove il profitto non sia a tutti i costi e veloce, ma sia il frutto di un lavoro comune che abbia un occhio di lungo orizzonte.

“Tornare a fare tutto come prima” non significa regredire ma recuperare la filosofia, l’anima del nostro lavoro, per trasmetterla insieme al nostro pubblico. Non significa perdere benessere, ma al contrario recuperare anche nel nostro lavoro quella dimensione, quei ritmi umani, che possono aiutarci a costruire una società migliore. Una prova sicuramente dura da superare, ma soprattutto una grande opportunità. Perché dopo un periodo buio c’è sempre un Rinascimento.

Ai titolari delle tante bellissime profumerie artistiche in Italia e in Europa chiedo quindi un ritorno alle origini. Da sempre siete più che dei rivenditori, siete conoscitori e testimoni della profumeria, artefici delle proposte verso il nostro pubblico di appassionati e neofiti. Siete sempre stati coloro che consigliano, educano, guidano le persone alla scoperta del mondo dei profumi. Continuate a farlo, ma con maggior scrupolo e rinnovata responsabilità, tornando al ruolo tipico della Grandi Profumerie. Selezionate con cura i brand che volete presentare, ricordando di porre la vostra attenzione sui 3 fattori determinanti, quali qualità, creatività e originalità. Accertatevi di proporre solo ciò che rispecchia la filosofia e i valori con i quali avete scelto di aprire la vostra boutique. Siate protagonisti delle vostre scelte! Non subitele.

Al pubblico, i nostri amati consumatori, chiedo di rimanere curiosi. Di abbandonarsi ad un viaggio affascinante, che come tutti i viaggi da ricordare va affrontato con la lentezza di chi osserva e coglie ogni singolo attimo. Sognate con i profumi, viaggiate con i profumi, ma soprattutto cercate l’ignoto, ciò che non conoscete, perché non c’è viaggio degno di tal nome che non aggiunga nuove scoperte, nuove esperienze. I profumi hanno questo potere, prendetevi tempo per scoprire un nuovo odore. Vivetelo sulla vostra pelle per giorni, cogliendone le più svariate sfaccettature, prima di capire se vi piace oppure no. Siate curiosi e lenti esploratori. Ne sarà valsa la pena!

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Su Maurizio Lembo

Maurizio Lembo è il fondatore di Officina delle Essenze. Respira i profumi sin da bambino, al trascorrere di interi pomeriggi nella bottega di fragranze del padre, nel cuore di Roma. Da quel vissuto nasce la sua esperienza nella profumeria artigianale e di nicchia. Una passione che nel 2001 si è trasformata in Officina delle Essenze. Dal respiro di oli essenziali e dalle scelte delle materie prime, effettuate da sempre in prima persona, nascono le creazioni del brand, un progetto che è passione, scoperta e rispetto della tradizione.

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